Da martedì 4 febbraio (2020) per sei settimane ospiteremo un ciclo di sei lezioni sulla poetessa polacca Wislawa Szymborska , vincitrice del premio Nobel 1996, che ha conquistato con i propri versi il pubblico mondiale e italiano, diventando un vero e proprio caso letterario, e su Olga Tokarczuk, vincitrice del Nobel 2018, prosatrice sconosciuta ai più che tuttavia – in virtù della freschezza e l’anticonformismo delle proprie idee – si sta già ritagliando spazio presso un pubblico attento e curioso. Viaggeremo nei componimenti dell’una e dell’altra per aree tematiche, senza rinunciare a collegare tra loro i vari argomenti, le varie opere e approfondendo – dove possibile – la realtà storico circostante e gli altri poeti/scrittori polacchi che abbiano condiviso le stesse passioni. Talvolta l’incontro, muovendoci per macrotemi, sarà incentrato principalmente sull’opera dell’una, escludendo quella dell’altra se non pregnante; altre volte, invece, sarà possibile individuare somiglianze e addirittura linee di contiguità.
“Un giorno, una ventina di anni fa, ero a Cracovia nel solito caffè dove mi vedevo con gli amici. A un certo punto vedo seduta in un piccolo tavolino proprio lei, Wislawa Szymborska. Per timidezza e per la grande emozione ho fatto finta di non riconoscerla. Pur amandola molto non volevo disturbarla. Dopo un po’ ho sentito una mano sulla spalla, era lei che si veniva a presentare. Non è incredibile? Io allora ero ancora una giovane scrittrice e lei si avvicinava per conoscermi. Mi disse: Olga voglio congratularmi con te per i tuoi libri” (O. Tokarczuk)
Versi d’amore. “Un amore felice. È normale?/È serio? È utile?/Che se ne fa il mondo di due esseri/che non vedono il mondo?” Molte poesie della Szymborska parlano d’amore, in modo più o meno esplicito, più o meno appassionato o disincantato. Scopriremo la bellezza di questo continuo equilibrio.
Il mito. “Sono io, Cassandra./E questa è la mia città sotto le ceneri./E questi i miei nastri e la verga di profeta./E questa è la mia testa piena di dubbi”. Il mito, e la sua rivisitazione, è un elemento imprescindibile nell’opera della Szymborska, per tentare di spiegarsi e spiegarci quel che ci circonda. Il mito, tuttavia, è anche fonte inesauribile per l’opera di Olga Tokarczuk, che si muove intorno ad esso fin dalle prime opere. Le due scrittrici si avvicinano, peraltro, nello studio della figura della Grande Madre.
Il viaggio. “Fluidità, mobilità, illusione: questo vuol dire essere civilizzati. I barbari non viaggiano, loro si spostano soltanto con uno scopo o compiono razzie”. In particolare nei Vagabondi Olga Tokarczuk approfondisce il tema del viaggio e dello spostamento come necessità di vita, ma questa tematica attraversa percettibilmente l’intera sua opera.
La natura e gli animali. “Devo iniziare dalla Bibbia, dove è stato detto chiaramente che, se un Bue uccide una donna o un uomo, deve essere lapidato”. La Szymborska percepisce su di sé così forte la presenza della natura da rifletterne i verbi, movimenti, le specificità sull’essere umano. Il suo è un rapporto così intenso con la dimensione vegetale e animale come pochi altri poeti hanno saputo indagare. Olga Tokarczuk non è da meno, anzitutto nel romanzo-giallo “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”, laddove esplicita una posizione chiaramente animalista (e per questo verrà attaccata in patria).
La storia. “E chi è questo pupo in vestina?/Ma è Adolfino, il figlio dei signori Hitler!”. Quali sono gli eventi storici che hanno impattato maggiormente sull’opera della Szymborska, e come li ha giudicati? E quali sono state, nel corso degli anni, le sue posizioni politiche e le sue opinioni su quanto le capitava intorno?
Il sogno. “In sogno/dipingo come Vermeer./Parlo correntemente il greco/e non solo con i vivi”. Il pittore di Delft attraversa tutta l’opera della Szymborska, ma non è l’unico che lei utilizzi per dirci qualcosa di più su di sé e su quelle che siano le sue idee, i suoi sentimenti, le sue sensazioni. Un uso altrettanto frequente della dimensiona onirica compie Olga Tokarczuk nella propria opera, frutto anche di una solida formazione da psico-terapeuta.
Le lezioni saranno tenute da Alessandro Ajres, professore a contratto di Lingua Polacca all’Università di Torino.
Il corso partirà solo a fronte di un minimo di 10 partecipanti
Per info e costi: polskikot@libero.it, tel.: 333-5205763