Giovedì 21 dicembre una prima assoluta da non perdere!
La tragedia di Sofocle (496 a.C. – 406 a.C.) “Edipo re” viene messa in scena per la prima volta tra il 430 e il 420 a.C. ad Atene e fa parte con altre due tragedie, l’Edipo a Colono e l’Antigone, del ciclo tebano. Queste opere seguono infatti le drammatiche vicende dei discendenti di Cadmo, sposo di Armonia e fondatore di Tebe, e si inseriscono all’interno di un più vasto corpus mitico che il pubblico ateniese conosce e in cui può facilmente immedesimarsi. Per quanto riguarda l’Edipo re, la tragedia prende le mosse dalla grave pestilenza che falcidia la popolazione di Tebe durante la reggenza di Edipo; per capire l’opera sarà allora necessario conoscerne l’antefatto.
Edipo è il figlio del re di Tebe, Laio e di sua moglie Giocasta. Dopo il suo concepimento un oracolo rivela al sovrano che il nascituro è destinato a uccidere suo padre e giacere con sua madre. Laio ordina quindi a un servo di uccidere il neonato, ma, impietosito, il servo decide di affidare il bambino a un pastore che a sua volta lo cede al re di Corinto, Polibo, e a sua moglie Peribea, che non potevano avere figli. Edipo cresce quindi nella convinzione che i sovrani di Corinto siano i suoi veri genitori e quando un oracolo gli ripete la predizione fatta in precedenza a Laio, Edipo, convinto di rappresentare un pericolo per Polibo e Peribea, parte da Corinto e si dirige a Tebe. Sulla strada incontra un carro, si tratta di Laio, che si sta dirigendo a Delfi per consultare l’oracolo. Nessuno dei due uomini vuole lasciare il passo all’altro così ne nasce una disputa che si trasforma in lite e Laio rimane ucciso. La prima parte della profeziasi è avverata. Edipo giunge quindi a Tebe, dove la popolazione è tormentata da una Sfinge, un mostro con la testa di donna e il corpo di leone che ogni anno esige in tributo giovani vite. La Sfinge infatti propone ai giovani tebani degli indovinelli a cui è impossibile rispondere e i malcapitati pagano la loro ignoranza con la vita.
Edipo si offre quindi volontario per sfidare il mostro. La sfinge chiede a Edipo chi sia quell’essere che cammina prima con quattro gambe, poi con due gambe e infine con tre. Edipo risponde correttamente: si tratta dell’uomo. Così la Sfinge, sconfitta, si getta dalla rupe da cui dominava la città e Edipo viene nominato re di Tebe (infatti era già giunta notizia della morte di Laio) e sposa la regina, Giocasta. Anche la seconda parte della profezia si è avverata.
Da questa situazione muove l’”Edipo re” di Sofocle.
IVAN ALOVISIO. Straordinario attore teatrale, diplomatosi alla scuola del Piccolo di Milano. Vanta la partecipazione in alcune tra le produzioni teatrali più riuscite negli ultimi tempi (tra cui, per restare “in casa”, anche “Pornografia” di Gombrowicz), al cinema (“Noi credevamo” di Martone) e in TV (“Montalbano”).
La sua performance sarà accompagnata musicalmente.
Aperitivo dalle ore 20, spettacolo a seguire (21.30 circa).
Aperitivo e spettacolo: 10 euro, prima consumazione: 5 euro.
Gradita la prenotazione.